In quelle notti

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Fotografia di @Peter Allert

In quelle notti insonni, dentro le quali i tasselli del puzzle non combaciavano
In quelle notti afose, piene di pensieri multidirezionali, quando le porte non si aprivano
Proprio in quelle notti io respiravo male, ma avevo sempre gli occhi aperti.
Pensavo: Se continuo a guardare la luce, questa luce si accorgerà di me.
Fissavo la luce bianca della luna con la stessa passione di un cacciatore di pozzi di petrolio.
Al calare della notte mi addormentavo sfinita e intrisa di una profonda delusione.
Una mattina, passando davanti al mio specchio, ho trovato un nuovo obiettivo ad attendermi.
Quanta intensità mi restituirà il mio sguardo allo specchio?
Questi occhi grandi pieni di vita passata e di vita futura, dribblando le paure, quanti gol hanno segnato?
Ho prestato attenzione ai segni sul viso.
Ogni segno un anno in più, ogni cicatrice una battaglia vinta sul campo, ogni riccio un pensiero spettinato.
Passavo i miei giorni dentro domande che si agganciavano ad altre domande.
Quando ho deciso che la direzione era nell’idea di espandere i miei confini, tutto ha preso una nuova piega.
“Passione” è stata la parola che ha cancellato “passato” e ha chiesto spazio per sedersi comodamente.
E’ stato in quel momento che ho sentito una voce fuori campo recitare l’ultimo verso di una importante poesia di Bertolt Brecht:
“Resteremo indietro, senza comprendere più nessuno e da nessuno compresi?
O dobbiamo sperare soltanto in un colpo di fortuna?
–Questo tu chiedi.
Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua”.

Fotografia di @Peter Allert

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Autore:admin