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Critica fotografica, Arteterapeuta esperta in fotografia Terapeutica, Curatrice, Lettrice di Portfolio

MI PRESENTO in sintesi

Mi chiamo Federica Cerami, vivo a Napoli e mi occupo di fotografia; prima e dopo lo scatto fotografico.

Mi sono laureata in Architettura a Venezia con una tesi su Il ruolo della fotografia nella lettura del territorio urbano, ho, successivamente, conseguito un diploma in Arteterapia, specializzando i miei studi nella fotografia terapeutica.

Mi anima molto aiutare gli altri attraverso la fotografia e in tal senso il mio legame con la fotografia è legato a queste attività : Conduco laboratori di fotografia terapeutica, Leggo i Portfolio Fotografici in contesti didattici e/o artistici, Scrivo di fotografia per riviste del settore, curo mostre di fotografia e creo progetti di divulgazione fotografica, Lavoro con la fotografia in diversi contesti sociali per contribuire, attraverso il processo creativo, a generare benessere, consapevolezza di sé e autenticità.

Insegno critica fotografica in scuole specializzate di fotografia, Curo mostre di fotografia in presenza e on line creando percorsi interattivi, Insegno a creare Portfolio fotografici lavorando con l’ausilio della fotografia terapeutica, Studio la relazione tra la scrittura e la fotografia, nei miei laboratori e attraverso la decennale redazione di racconti fotografici.

MI PRESENTO e non sarò breve

Da sempre amo la fotografia, perché è comparsa nella mia vita, di bambina, come un rifugio magico nel quale potevo entrare e vivere la mia fantasiosa vita parallela e non è più andata via.

Credo che la curiosità sia un ottimo motore propulsore per procedere dentro il proprio percorso e in tal senso, l’arte aiuta a vedere le cose del mondo da più punti di vita, stimola la pluralità di visione e rafforza il senso di appartenenza a questa terra così difficile e così dannatamente ammaliante.

La mia prima macchina fotografica mi è passata tra le dita e davanti agli occhi intorno ai miei otto anni, stesso periodo nel quale mi iniziavo a immergere, durante i miei pomeriggi solitari, nelle letture dei libri di fotografia della biblioteca di famiglia, pronta a prendere il volo, ogni giorno, per un viaggio nuovo.

Mi sono laureata in Architettura a Venezia con una tesi nella quale ho studiato l’uso della fotografia nella lettura del territorio urbano ed extraurbano e ho costruito, in quella occasione, una mia metodologia per lavorare all’analisi della città facendo in modo che la fotografia potesse creare un suo percorso autonomo.

Rientrata a Napoli ho iniziato a lavorare come fotografa e come curatrice di mostre fotografiche.

CAMBIAMENTO DI ROTTA

C’è stato un momento, in quel periodo che mi ha fatto cambiare i miei piani e mi ha portato su di una strada nuova.

Ho generato due compagne di viaggio, nei miei occhi, che sono con me da più di 20 anni: la maculopatia retinica e la retinite sierosa centrale.

La mia visione non può sempre contare sulla precisione e si rifugia, da allora, nel meraviglioso mondo delle emozioni che abitiamo tutti, con diversi gradi di consapevolezza.

Il mio “viaggio dell’eroe” è proseguito, poi, attraverso nuove consapevolezze che mi hanno portato verso l’Arteterapia e i miei studi sulla Fotografia Terapeutica.

Ho messo a fuoco la mia idea relativa al processo creativo: la fruizione di una opera d’arte genera maggior appagamento quando se ne riesce a decodificare l’autenticità e la consapevolezza di chi l’ha ideata.

Con questa linea immaginaria che parte miei occhi e arriva al mio intimo sentire sul mondo la fotografia terapeutica è entrata nella mia vita con una doppia incredibile funzione: da un lato mi ha permesso di ricentrarmi nel processo fotografico e dall’altro mi ha fornito gli strumenti giusti per aiutare gli altri nella costruzione delle loro storie.

Un giorno mi sono ascoltata mentre dicevo ai miei studenti che nel nostro corso il focus era relativo a “imparare a guardare” dentro di me ho sorriso, provando tenerezza nei miei confronti: qualcosa si era mosso.

Una batteria di lampadine, in quel momento, si accese dentro i miei ragionamenti e tutto quella luce mi fece comprendere quanto gli occhi siano, in realtà, solo la parte finale del processo di visione e comunicazione fotografica.

Ero riuscita, senza rendermene conto, a mettere in pratica un grande insegnamento Buddista che dice: “Trasforma il veleno in medicina”.

Cambiare punti di osservazione e trasformare sono stati, da allora, i miei mantra, grandi compagni di viaggio e ottimi punti di necessarie svolte.

Mi piace intrecciare i piani del mio interesse fotografico per cui, col tempo, continuo ad aggiungere sempre nuove competenze

Insegno critica fotografica, curo mostre di fotografia, scrivo di fotografia per delle riviste del settore, lavoro con percorsi arteterapeutici nelle scuole di ogni ordine e grado per creare esperienze legate alla fotografia. 

Un giorno ho sentito che il cerchio delle mie ricerche e delle mie curiosità stava prendendo una forma più interessante, quando mi si è presentata l’opportunità di poter costruire un mio articolato progetto didattico interamente dedicato alla costruzione del Portfolio fotografico.

All’interno di questo percorso ho inserito tutte le mie esperienze: l’ascolto attivo dei partecipanti, la storia della fotografia, la comunicazione fotografica, la fotografia terapeutica, la meditazione e le letture Portfolio.

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OGGI

Ho costruito, col tempo, con lo studio, con perseveranza e con esperienza, un lavoro che ha unito tutte le mie passioni, che mi tiene costantemente in relazione con gli altri e in contatto con me stessa e che, aiutando gli altri a costruire le loro narrazioni, cicatrizza le mie ferite emotive e aiuta gli altri a guardare le proprie

IL MIO LAVORO ON LINE

La pandemia ha dato una ulteriore scossa di assestamento ai miei progetti lavorativi.

Dopo essere diventata lettrice di Portfolio fotografico per una importante associazione fotografica nazionale e dopo aver studiato molto la comunicazione online, sono approdata ad una nuova meta che mi sta emotivamente e didatticamente prendendo molto perché ne leggo, al suo interno, grandi potenzialità di costruzione e di cambiamenti.

Nella “momentanea” impossibilità di poter continuare a lavorare in presenza, ho portato tutto il mio lavoro online, costruendo percorsi one-to-one inerenti il mondo della fotografia fin qui abitato.

Credo fortemente nella relazione che si crea e nella quale il lavoro, dentro una pianificazione serrata, è molto più intenso e più alla portata di tutti.

I MIEI VALORI

Tutti questi voli, compiuti dentro la fotografia, mi hanno ulteriormente chiarito quanto la creatività sia una parte imprescindibile della mia vita, ma ancor di più, hanno aumentato la voglia di restituire tutto quello ho ricevuto dalla fotografia.

Quando gli indù si salutano a mani giunte dicendo “Namastè” esprimono un concetto meraviglioso: mi inchino a te, nel senso che riconosco la tua luce.

Ho provato a declinare questo saluto nella mia relazione con le persone che seguo nei percorsi singoli, costruendo, per loro, dei percorsi personalizzati che si adattano costantemente sui loro bisogni e sui loro desideri di scoperta.

Credo nello scambio reciproco, nell’idea di aiuto come motore delle relazioni umane e nell’ascolto della propria creatività come momento generatore di grandi possibilità.

Devo alla fotografia la possibilità che ho avuto di rialzarmi mille volte e di trovare, ogni volta, un punto di vista diverso da quale ricominciare il mio percorso.

Oltre a una grande curiosità per il mondo, credo risieda proprio qui la mia spinta propulsiva che mi anima nell’aiutare gli altri a costruire percorsi fotografici dove far emergere luce e dare forma alla voce silente e vibrante di chi ha voglia di seguirmi.

 

Se sei interessato a partecipare ai miei laboratori, singolarmente o in gruppo, scrivimi all’indirizzo

Federella.c@gmail.com

Prenderemo assieme un appuntamento per un colloquio di orientamento gratuito della durata di 30 minuti durante il quale risponderò alle tue domande e potremo trovare assieme il percorso più adatto alle tue esigenze.

Alla fine dell’incontro di regalerò il mio PDF “Dal labirinto al sentiero” nel quale ti racconto la mia metodologia di lavoro che unisce la storia della fotografia, alla fotografia terapeutica alla critica fotografica e tanto altro ancora.

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(Foto di Barbara Fiorillo)
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