COSTRUIAMO UNA STORIA al centro “la Roccia”

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Ultimo giorno al Centro la Roccia, ultimo appuntamento con il mio laboratorio e io sono molto emozionata: apro la borsa e meticolosamente preparo il mio setting.
Il tavolo oggi l’ho ricoperto di vari strati che si sono svelati un po’ alla volta.
Appena il gruppo si è seduto, ho detto loro che avevo trovato una serie di poesie di Gianni Rodari e che non riuscivo a scegliere quella più giusta per la nostra storia.
Assieme alla psicologa del Centro abbiamo letto ben 8 poesie, ma una su tutte ha catturato la loro attenzione.

“Le favole a rovescio”

C’era una volta
un povero lupacchiotto,
che portava alla nonna
la cena in un fagotto.
E in mezzo al bosco
dov’è più fosco
incappò nel terribile
Cappuccetto Rosso,
armato di trombone
come il brigante Gasparone…,
Quel che successe poi,
indovinatelo voi.
Qualche volta le favole
succedono all’incontrario
e allora è un disastro:
Biancaneve bastona sulla testa
i nani della foresta,
la Bella Addormentata non si addormenta,
il Principe sposa
una brutta sorellastra,
la matrigna tutta contenta,
e la povera Cenerentola
resta zitella e fa
la guardia alla pentola.

L’ultimo strato sul tavolo, aveva, ben in evidenza il loro lavoro, composto dal disegno del bosco, dalle sagome dei personaggi colorati da loro e dai dialoghi creati assieme e vedere tutto questo li ha portati alla scelta di questa poesia con molta determinazione.
Abbiamo discusso assieme sui contenuti della poesia e tutti hanno espresso un gran divertimento all’idea che le cose possano andare in modo inaspettato, anzi addirittura al contrario.
Ho tolto questo strato ed è apparso ai loro occhi il lavoro di oggi: un grande velo colorato che copriva una selezione di circa 20 fotografie.
Il gruppo, che in tutti questi incontri è sempre rimasto seduto durante il laboratorio, oggi, invece è stato invitato ad alzarsi per guardare tutte le foto e scegliere quella che sentivano più vicina a loro, in relazione a quello che avevano provato ascoltando la poesia.
Dopo la scelta delle foto, ho tolto tutte le altre dal tavolo ed ognuno è rimasto con la sua foto tra le mani.
Attraverso una serie di semplici domande legate al personaggio, ognuno ha raccontato una storia facendo finta di essere il protagonista della fotografia.
Successivamente hanno scritto la loro storia per presentarla al gruppo con un misto di orgoglio e di stupore.
La storia che mi è rimasta nel cuore è quella di Maria che vedendo questa fotografia ha detto: “questa è la donna che crede di essere un uccello ma non sa di essere invece una donna. Lei prova a volare ma non ci riesce ma non si abbatte perché lei è molto forte, al contrario di me”.
Quando le ho detto se, guardando la foto, trovava qualcosa in comune con questa donna ha scoperto che il colore dei capelli era uguale al suo e mi ha sorriso.

Autore:admin