Ultimo appuntamento del laboratorio all’Aleph

You are here:
ultimo_aleph

Oggi c’è stato l’ultimo appuntamento del nostro laboratorio, con i ragazzi del centro diurno per dipendenze, Aleph di Soccavo.
Il gruppo era numeroso e c’erano molte persone nuove, ma l’intensità è stata forte come in tutti gli altri nostri incontri di quest’anno.
E’ difficile salutare un gruppo che ha fatto un viaggio così intenso in tutte le emozioni e che ha guardato così tanto, aprendosi a raccontare le proprie ferite con spontaneità.
Oggi abbiamo lavorato sul tema dell’inferno intenso nel senso laico della sofferenza e non della punizione.
Ognuno ha avuto una sua fotografia in mano ed ha seguito una successione di stimoli.
Siamo partiti con la visione di una raffigurazione dell’inferno di Bosh, alla quale è seguito l’ascolto di un brano di Diamanda Galas (Litanie di Satana) ed abbiamo chiuso con la lettura di questo brano di Italo Calvino tratto da Le Città Invisibili:
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”

Alla parete c’era un enorme foglio bianco che, sul lato corto terminava con uno strato molto spesso di scotch al quale seguiva un altro foglio bianco di uguale lunghezza.
Ognuno dei partecipanti ha collocato se stesso, con la sua fotografia, dentro al primo foglio ed ha disegnato il suo inferno dandogli delle connotazioni biogrfiche.
Il lavoro è diventato lentamente corale ed ha seguito i pensieri di tutti il gruppo nel definire i dettagli e i pensieri ad esso sottesi.
Sono venute fuori delle parole importanti: apertura, luce, direzione, porta, paradiso. Tutto insomma andava nella direzione dell’altro foglio sul quale qualcosa è cambiato in termini di liberazione.
Il gruppo ha scelto di mantenere un contatto con il passato, di guardare dentro se stesso per capire le sue responsabilità e di concedersi la possibilità di una speranza che, sebbene oggi si sia concretizzata solo attraverso segni grafici e fotografici, rappresenta, comunque, un passo molto intenso e pieno di elementi forieri di nuove possibilità.

Autore:admin