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Vite sull’uscio

Buenos Aires, Boca – Napoli, Quartieri Spagnoli: 12.000 km distanza 0.

Storia di usci e di vida, di sguardi e di hambre, di legami e sonrisas.

Fotografie di Dario Bocchetti

A cura di Federica Cerami

“Tra venti anni non sarete delusi dalle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto.
Allora levate l’ancora. Abbandonate i porti sicuri. Catturate il vento nelle vostre vele.
Esplorate. Sognate. Scoprite”.
Con questa ricca esortazione di Mark Twain siamo stati tutti dei viaggiatori sognanti in cerca di mete da raggiungere per poi avere brama di trovarne altre.
Il viaggio che ha compiuto Dario, però, ha un sapore diverso; è un viaggio di 12.000 Km ma che in realtà sembra quasi non spostarsi dal suo punto di partenza.
Come tutti i viaggi, il fuori di se diventa, attraverso una semplice lettura tra le righe, la proiezione di se che ha la sua ragione d’essere nell’imparare a conoscere se stesso.
Il viaggio come metafora della conoscenza si sposa molto bene con questo racconto fotografico.
Siamo a “Boca” a Buenos Aires o forse siamo nei “Quartieri Spagnoli” a Napoli. fotogramma per fotogramma questo non ci è dato di saperlo.

Dario fa uso di questo stratagemma comunicativo per insegnarci ad andare al di la dei semplici segni di riconoscimento visivo fino a chiederci di spingerci a vedere nell’immagine solo l’emozione provata, perché come sosteneva George Byron: “Il viaggiatore è uno schiavo dei propri sensi…egli può conoscere davvero il mondo soltanto quando lo vede, lo sente e lo annusa”.
Perdersi nelle immagini diventa allora il perdersi in se stessi fino a quando non desideriamo più nessun Caronte che ci traghetti sponda a sponda perché sarà solo attraverso i nostri sensi ed il riconoscimento delle nostre emozioni che potremo orientarci in tutto quello che di visibile incontriamo.
E’ solo attraverso questa catarsi che riusciamo a compiere un piccolo miracolo che Proust racconta così: “Un vero viaggio di scoperta non è nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”.
Il racconto fotografico di Dario ci insegna dunque a guardare il nostro quotidiano in modo nuovo come se fosse altro da se per poterci sempre continuare a stupire ed innamorare di tutto il nostro vissuto.