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IN NOME DEL CIBO

Di Federica Cerami

Chiudo gli occhi, immagino una tavola imbandita, immediatamente mi vengono in mente tantissimi pensieri e tutti autonomamente prendono strade diverse: il piacere, l’impegno, la cultura, la salvaguardia dell’ambiente, la cura, la salute, la convivialità e le diverse scelte di vita.
Resto con gli occhi chiusi e penso ai miei piatti preferiti e lentamente affiorano tutte le piacevoli sensazioni che questo cibo mi offre: sono indubbiamente a casa.
Voglio fermare questo momento: per ricordarlo sempre. per tramandarlo agli altri, per recuperarlo dal mio vissuto, per rivivere le emozioni provate ed infine, per poterlo anche trasformare un po’; mi si materializza una macchina fotografica tra le mani.
E’ un connubio magico “fotografia e cibo”, perché lega indissolubilmente una parte di te a tutto quel mondo che potrà avere il piacere di godere questa tua immagine.
Il mondo con la sua terra ha nutrito te e tu, pieno di gratitudine, provi a ricambiarlo nutrendolo a tua volta con una tua fotografia nella quale c’è tutta la tua emozione espressa in quel cibo cucinato per te e per gli altri, tutte le scelte fatte, tutta la cura avuta, tutti i tuoi studi sulla tradizione e sulla innovazione e tutto il rispetto che hai provato ad avere verso l’ambiente che ti ospita.
In questa storia tutti i sensi partecipano assieme e felicemente si adoperano per costruire connessioni con altre persone e con il mondo.
Attraverso questi intenti, che io scorgo ben nitidi, in tutte le immagini delle 22 fotografe in mostra, si scoglie anche l’ultimo nodo che spesso lega certe storie a dei destini tristi: questo cibo non è un riempimento, ma un ricco nutrimento dello spirito ancor prima che del corpo.
Non posso a questo punto che sostenere con forza un pensiero di Francoise de la Rochefoucauld: “Mangiare è una necessità, mangiare intelligentemente è un arte”.

Rassegna stampa

https://www.youtube.com/watch?v=rp8q_rRitRE

http://www.culturiachannel.it/taranto-cibus-quando-il-cibo-diventa-arte/