the innocent

Un difficile racconto di terre lontane

Di Federica Cerami

E’ una bella storia, questa, messa in piedi da una èquipe di sognatori animati “soltanto” dalla voglia di
fare al meglio ciò che sanno e possono fare.
E’ la storia di un viaggio verso terre lontane, metafora di uno dei tanti percorsi della vita nel cui svolgersi si può
restare improvvisamente intrecciati nelle vite degli altri
fino a farle diventare parte della propria.
Tutto inizia con delle mani preziose, precise e molto operose che ogni volta che possono cambiano il destino di una vita sofferente che abita queste terre lontane.
La storia prosegue passando il testimone a degli occhi attenti, curiosi e pieni di energia, occhi che hanno voglia di scoprire tutto per poterlo poi raccontare a tutti attraverso delle immagini intense e piene di sensibilità che cercano sempre un aggancio emotivo con lo spettatore
Il lieto fine di questo racconto non lo si conosce ma volendo lo si può costruire andando a toccare le corde emotive di chi guarderà le tante immagini fissate da questi occhi e deciderà di partecipare a questa importante missione con il proprio contributo.
Luciana Latte è stata in nel Benin (nel mese del 2013) per seguire il lavoro del prof. Di Salvo, medico chirurgo dell’Ospedale (…di Napoli), del quale è diventata in poco tempo l’ombra silente e costantemente vigile, pronta a raccogliere tutto il forte repertorio di immagini che si presentava davanti ai suoi occhi, dalla quotidianeità domestica alla vita negli ospedali fino all’interno di una sala operatoria, ben consapevole della responsabilità che questa visione comportava.
E’ venuta fuori una storia che chiede solo di essere accolta e poi adottata facendo di noi, spettatori frettolosi, dei possibili attori di questo difficile teatro pieno di insidie, attori con il potere di riscrivere la storia anzi le mille storie di chi ha avuto la sfortuna di nascere in un paese incantevole ma non ancora attrezzato a dare dignità a tutti i suoi abitanti.
E’ immediato il senso di coinvolgimento e la voglia di saperne di più che prende lo spettatore di queste immagini fino a rendere evidente e magico il pensiero del fotografo Irving Penn:
“Un buon fotografo è una persona che comunica un fatto, tocca il cuore, fa diventare l’osservatore una persona diversa”.